Il rischio legato all’emittente riguarda tutti i tipi di certificati d’investimento, senza alcuna eccezione. Questo rischio esiste in quanto l’investitore acquistando un certificato, stipula un contratto con emittente, che è la parte responsabile per il rimborso del capitale investito e per il pagamento di eventuali ulteriori rendimenti come bonus o cedole.

In pratica, il rischio si concretizza nella possibilità che l’emittente possa diventare insolvente, ossia incapace di adempiere ai propri impegni finanziari. Se ciò accade, potrebbe non restituire il capitale investito alla scadenza del certificato o non pagare i bonus o le cedole eventualmente previsti.

Nel caso in cui l’emittente dovesse avviare un’azione di risoluzione (come la ristrutturazione del debito) o dichiarare fallimento, i certificati, essendo strumenti finanziari non garantiti, cioè strumenti per i quali non esiste una garanzia specifica sui beni dell’emittente (collateral) o fornita da terzi (garanti), potrebbero portare l’investitore a subire una perdita totale o parziale del capitale investito.

Inoltre, nel caso in cui venga applicato il meccanismo del “Bail-in”, i certificati vengono trattati allo stesso modo dei bond senior non garantiti (uncollateralized) e non privilegiati. Questo significa che in situazioni di crisi finanziaria dell’emittente, i titolari di questi certificati potrebbero essere coinvolti nel processo di assorbimento delle perdite dell’emittente stesso, con il rischio di perdere parte o tutto il loro investimento.

Per ridurre il rischio associato all’emittente, esiste una soluzione che consiste nell’emissione di certificati dotati di una clausola chiamata TCM, (Triparty Collateral Management). Questa clausola prevede una gestione “tripartita” del collaterale, che aiuta a diminuire in modo significativo il rischio legato all’emittente.

Con i certificati TCM, l’emittente è obbligato a depositare un collaterale, ossia un insieme di beni o titoli, che funge da garanzia per i suoi obblighi verso gli investitori. Questo collaterale viene utilizzato nel caso in cui l’emittente diventi insolvente, cioè incapace di far fronte ai suoi impegni finanziari, come potrebbe avvenire in caso di default.

Il capitale che serve come garanzia viene depositato a nome dell’emittente in un conto segregato, il che significa che è tenuto separato dagli altri beni dell’emittente stesso, secondo un programma specifico di collateralizzazione. 

Un amministratore gestisce questo conto segregato e ha il compito di verificare, in modo automatico e continuo, che il valore del collaterale depositato sia sempre in linea con il valore di mercato del certificato emesso.
Se il valore del collaterale scende sotto quello richiesto, l’amministratore trasferisce automaticamente altri titoli dal conto dell’emittente a quello segregato, in modo da ripristinare il valore necessario per la garanzia. 

Nel caso in cui l’emittente non provveda ad aumentare il collaterale insufficiente entro 5 giorni lavorativi, verrà nominato un “Collateral Agent” indipendente.
Questo agente avrà il compito di agire per conto degli investitori, vendendo il collaterale per garantire che questi ultimi recuperino il loro investimento. 

Questa procedura si attiva non solo in caso di insufficienza del collaterale, ma anche se l’emittente diventa insolvente o dichiara default.
Il collaterale deve rispettare criteri specifici, come essere composto da titoli facilmente vendibili (liquidi) o dai titoli su cui si basa il certificato stesso.

In questo modo, i certificati con clausola TCM offrono agli investitori una protezione aggiuntiva, riducendo il rischio di perdere il capitale investito a causa dell’insolvenza dell’emittente.

Al momento l’emittente più attivo sul mercato con questa particolare categoria di certificati è Leonteq.

Qui di seguito i relativi codici isin.

CH1243092629

CH1143300262

CH1358855174

CH1358854912

CH1349976758

CH1349976782

CH1358851512

CH1358854946

Si spazia un po’ su tutti i settori correlati e non.

Alla prossima!