Nella nostra chat telegram gratuita, dopo il lancio della nostra rubrica mensile “certificati al microscopio”, abbiamo ricevuto subito una interessante domanda, molto tecnica, inerente alla strutturazione dei certificati.

Questi strumenti sono un “impacchettamento di opzioni” dove ogni tipologia di certificato è costituita da una combinazione ben precisa di opzioni, direi, più o meno complesse.
Cambiando una singola opzione cambia la struttura del certificato e quindi del rapporto R/R (rischio/rendimento).
E’ logico che per capire come si muove questo prodotto dobbiamo avere una buona conoscenza delle opzioni e come si comportano al variare delle greche.

Prima di addentrarci nell’analisi della strutturazione di un certificato cash collect step down, è d’uopo fare un piccolo ripasso sulle opzioni.

L‘opzione è uno strumento finanziario derivato.
Derivato significa che il proprio prezzo deriva dal prezzo dello strumento sottostante.

L‘opzione è un contratto in base al quale una parte (VENDITORE) cede all’altra (COMPRATORE), a fronte del pagamento di un corrispettivo (PREMIO), il diritto di acquistare (OPZIONE CALL) o di vendere (OPZIONE PUT) una determinata quantità di attività finanziaria (SOTTOSTANTE) a una certa data (SCADENZA) a un determinato prezzo (PREZZO DI ESERCIZIO o STRIKE PRICE).

La differenza fondamentale tra comprare e vendere opzioni risiede nel tipo di posizione che si assume e nelle implicazioni rischio-rendimento associate a ciascuna.

1.       Comprare un’opzione (posizione long):

·       Chi compra un’opzione (posizione long) ottiene il diritto, ma non l’obbligo, di comprare (nel caso delle opzioni call) o vendere (nel caso delle opzioni put) l’asset sottostante al prezzo concordato (strike price) entro la data di scadenza dell’opzione.

·       Costi iniziali: Il compratore paga il premio per ottenere questo diritto.

·       Rischio massimo: Limitato al premio pagato per l’opzione.

·       Potenziale guadagno: Illimitato, in particolare nelle opzioni call, se il prezzo dell’asset sottostante aumenta significativamente, o nelle opzioni put, se il prezzo diminuisce notevolmente.

2.       Vendere un’opzione (posizione short):

·       Chi vende un’opzione (posizione short) assume l’obbligo potenziale di vendere (per le opzioni call) o comprare (per le opzioni put) l’asset sottostante al prezzo concordato se l’acquirente dell’opzione decide di esercitare il suo diritto.

·       Costi iniziali: Il venditore riceve il premio come pagamento per assumersi questo obbligo.

·       Rischio massimo: Potenzialmente illimitato, soprattutto nelle opzioni call, se il prezzo dell’asset sottostante aumenta notevolmente, o nelle opzioni put, se il prezzo diminuisce significativamente.

·       Potenziale guadagno: Limitato al premio ricevuto all’apertura della posizione.

In breve, chi compra un’opzione punta sulla direzione futura del prezzo dell’asset sottostante e paga un premio per acquisire questo diritto, mentre chi vende un’opzione incassa il premio ma assume un potenziale rischio significativo in caso di movimenti avversi del prezzo dell’asset sottostante.

Le “greche” sono misure che indicano la sensibilità del prezzo delle opzioni rispetto a vari fattori, come il prezzo dell’asset sottostante, la volatilità, il tempo e i tassi di interesse. Le principali greche sono:

Delta: Misura la variazione del prezzo dell’opzione rispetto alla variazione del prezzo dell’asset sottostante.

Gamma: Indica la variazione del delta in risposta a variazioni nel prezzo dell’asset sottostante.

Theta: Rappresenta la variazione del prezzo dell’opzione in relazione al passare del tempo.

Vega: Indica la variazione del prezzo dell’opzione in risposta a cambiamenti nella volatilità del mercato.

Rho: Misura la sensibilità del prezzo dell’opzione alle variazioni dei tassi di interesse.

Queste greche forniscono agli investitori e ai trader informazioni cruciali per valutare il rischio e gestire le loro posizioni nelle opzioni, consentendo loro di comprendere meglio come varie condizioni di mercato possono influenzare il valore delle opzioni che detengono.

E’ importante introdurre anche il concetto di valore intrinseco ed estrinseco e della cosiddetta “moneyness”.

Il valore di un’opzione può essere suddiviso in due componenti: valore intrinseco ed estrinseco.

Valore Intrinseco: Questo rappresenta la porzione di valore di un’opzione derivante direttamente dal suo stato attuale rispetto al prezzo dell’asset sottostante. Nel caso di un’opzione call, il valore intrinseco è dato dalla differenza tra il prezzo dell’asset sottostante e il prezzo di esercizio, se tale differenza è positiva (cioè se il prezzo di mercato dell’asset è superiore al prezzo di esercizio). Per un’opzione put, il valore intrinseco è la differenza tra il prezzo di esercizio e il prezzo di mercato dell’asset, se tale differenza è positiva (quando il prezzo di mercato è inferiore al prezzo di esercizio). Se un’opzione non ha valore intrinseco (ad esempio, se il prezzo di mercato dell’asset è inferiore al prezzo di esercizio per un’opzione call), il suo valore intrinseco è zero.

Valore Estrinseco (o valore temporale): Questa componente rappresenta la porzione di valore di un’opzione che eccede il suo valore intrinseco. È principalmente costituito da elementi come la volatilità del mercato, il tempo rimanente fino alla scadenza dell’opzione e i tassi di interesse. Il valore estrinseco diminuisce man mano che ci si avvicina alla data di scadenza dell’opzione, a causa della perdita di valore temporale. In generale, il valore estrinseco tende a essere più alto per opzioni con scadenze più lunghe o alta volatilità, poiché queste condizioni aumentano la probabilità che l’opzione possa ottenere valore intrinseco nel tempo.

Il prezzo totale di un’opzione sul mercato è dato dalla somma del suo valore intrinseco e del suo valore estrinseco. Comprendere la differenza tra queste due componenti è essenziale per gli investitori poiché influenzano il prezzo delle opzioni e possono fornire indicazioni su quando potrebbe essere più vantaggioso acquistare o vendere opzioni in base alle condizioni di mercato e alla strategia d’investimento.

La “moneyness” è un concetto fondamentale nel mondo delle opzioni che indica la relazione tra il prezzo corrente dell’asset sottostante e il prezzo di esercizio dell’opzione. Aiuta a valutare l’aspetto redditizio o vantaggioso di un’opzione rispetto alla situazione attuale del mercato.

La moneyness di un’opzione può essere divisa in tre categorie principali:

In the Money (ITM): Un’opzione si trova “in the money” quando ha un valore intrinseco positivo. Per un’opzione call, significa che il prezzo di mercato dell’asset sottostante è superiore al prezzo di esercizio. Per un’opzione put, indica che il prezzo di mercato dell’asset è inferiore al prezzo di esercizio. Le opzioni ITM hanno un valore intrinseco e, in alcuni casi, anche un valore estrinseco.

 

At the Money (ATM): Un’opzione è “at the money” quando il prezzo di mercato dell’asset sottostante è uguale al prezzo di esercizio dell’opzione. In questa situazione, il valore intrinseco dell’opzione è generalmente zero, ma può avere un valore estrinseco.

Out of the Money (OTM): Un’opzione è “out of the money” quando non ha alcun valore intrinseco e il prezzo di mercato dell’asset sottostante è al contrario rispetto al prezzo di esercizio. Per un’opzione call, significa che il prezzo di mercato dell’asset è inferiore al prezzo di esercizio; per un’opzione put, indica che il prezzo di mercato dell’asset è superiore al prezzo di esercizio. Le opzioni OTM hanno solo valore estrinseco.

La moneyness è un concetto dinamico e può cambiare man mano che il prezzo dell’asset sottostante fluttua. Ad esempio, un’opzione potrebbe essere in the money in un momento e out of the money in un altro, in base alle variazioni del prezzo dell’asset sottostante.

La comprensione della moneyness è cruciale per gli investitori e i trader, poiché influisce sul valore di un’opzione e può essere un indicatore importante nel prendere decisioni di trading, come la scelta tra acquistare o vendere opzioni e l’analisi del potenziale profitto o perdita.

Nel contesto della costruzione di un certificato Cash Collect Step Down, vengono utilizzate diverse tipologie di opzioni per creare una struttura che offra rendimenti periodici e protezioni condizionate del capitale. Vediamo nel dettaglio le opzioni coinvolte:

Long su Call strike 0 sul sottostante: Questa è un’opzione call con uno strike price (prezzo di esercizio) fissato a zero sul sottostante. È generalmente un contratto non negoziabile su mercati regolamentati ma viene utilizzato in operazioni OTC (over the counter). Questa opzione segue l’andamento del sottostante senza includere i dividendi ed è sempre “in the money” (ITM), poiché il prezzo dell’asset sottostante sarà sempre superiore a zero. Graficamente, questa opzione ha un payoff che cresce linearmente con l’aumento del prezzo dell’asset sottostante oltre lo zero.

Long su Put Down-Out con più strike pari al livello di autocall e barriera posta al livello di protezione: Questa è un’opzione put con più prezzi di esercizio (strike) pari al livello di autocall del certificato. La sua caratteristica “Down-Out” indica che il suo valore cresce se il prezzo dell’asset sottostante diminuisce rispetto al livello di strike. Inoltre, ha una “barriera” posta al livello di protezione, che condiziona la protezione del capitale in caso di certe condizioni di mercato.

Long su Opzioni digitali con strike pari al livello di osservazione premio: Si tratta di opzioni digitali in numero uguale alle cedole del certificato, ognuna con uno strike price pari al livello di osservazione del premio.

Short su Call con strike al valore di autocall per le varie soglie percentuali del trigger autocall: Questa parte coinvolge la vendita (short) di opzioni call con uno strike price corrispondente al valore di autocall per le varie soglie percentuali del trigger autocall del certificato.

Per comprendere meglio, quando un investitore acquista un certificato Cash Collect Step Down, effettivamente si trova in una posizione di short sulla volatilità, poiché ha venduto (shortato) un’opzione. Ciò significa che se la volatilità aumenta, il prezzo sul mercato tende a scendere e viceversa: se la volatilità diminuisce, il prezzo sul mercato tende a salire.

 

In sintesi, l’investitore che acquista un certificato Cash Collect Step Down si espone a diverse strategie con opzioni che combinano protezioni del capitale, rendimenti periodici e un’impostazione per gestire la volatilità, al fine di ottenere benefici in condizioni di mercato specifiche.